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Je suis Margot? No, ma ognuno può aiutare

Che cosa è successo a Varsavia negli ultimi giorni? La risposta breve è: le forze dell’ordine hanno arrestato un’attivista LGBTQAI+ (Margot) e le persone che hanno protestato contro tale arresto, nonché un italiano che passava di lì – motivo, quest’ultimo, per cui la notizia è arrivata anche in Italia.

La risposta lunga è l’articolo che forse state per leggere.

1) La pentola a pressione

Un mio amico che abita a Varsavia, qualche mese fa si lamentava che veniva disturbato, almeno tre volte al giorno, da degli annunci lanciati con il megafono. Annunci omofobi, contro la comunità LGBTQAI+ e contro l’educazione sessuale.

Questi annunci vengono diffusi attraverso un furgoncino, del quale, al di là degli aneddoti personali, ha parlato anche Gazeta Wyborcza, in almeno due articoli (del 27 aprile e del 23 giugno di quest’anno). Nelle foto pubblicate da Wyborcza, è possibile vedere come sui furgoncini siano riportate frasi del tipo “Scopri il legame tra la pedofilia e l’educazione sessuale” (rileggete questa frase se pensate di aver capito male – spoiler: avete capito benissimo).

Il mio amico di Varsavia è eterosessuale e si identifica con il genere assegnatogli alla nascita. Pur avendo conoscenti nella comunità LGBTQAI+, la sua reazione a questi furgoncini si limita al disgusto e all’indignazione. Ora, però, immaginate di essere voi stessi una persona non-binaria, o una lesbica, o un cisgay o qualsiasi altro membro della comunità LGBTQAI+ e vivere a Varsavia, e dovervi sorbire più volte al giorno questo genere di stronzate, sparate nell’etere impunite. E ora immaginate che questa non sia altro che la goccia che fa traboccare il vaso, perché, da un po’ di tempo, tutto sembra dirvi che la Polonia non è il paese per te, se non sei cis-het.

Già, perché, senza l’ambizione di fare un riassunto esaustivo di tutte le angherie e sopraffazioni subite dalle persone LGBTQAI+ in Polonia, ecco alcune delle cose successe nell’ultimo anno. Il 20 luglio 2019, durante la prima Marsz Równości (l’equivalente di un Pride) di Białystok, i partecipanti sono stati insultati, minacciati e aggrediti da bande di pseudotifosi. Questi pseudotifosi urlavano cose come “Białystok nie dla pedałów” (“Bialystok non è per i froci”), lanciavano pietre, bottiglie e petardi (ripetete visualizzando: bottiglie, petardi, PIETRE) e cercavano di bloccare la manifestazione. La reazione della polizia, a quanto riporta OKO.press nell’articolo di Anton Ambroziak e Magdalena Chrzczonowicz del 20 luglio sarebbe stata, almeno all’inizio, “bierna”, passiva, per poi efficacemente disperdere gli pseudotifosi. Ma l’estate dei Pride (e delle aggressioni) non era finita.

Al pride di Lublino, infatti, un mese più tardi, marito e moglie vengono fermati dalla polizia perché in possesso di un ordigno esplosivo. Io stesso ero andato al pride di Rzeszów, Varsavia (qualche tempo prima dei fatti di Białystok e Lublino) e sarei andato, in autunno, a quello di Breslavia. Solo a Breslavia si può dire che non sia successo “niente di male”. A Rzeszów hanno lanciato le uova. A Varsavia, un tizio che non aveva niente di meglio da fare ha strappato un pezzo del vestito di una drag queen, urlandole dietro degli insulti omofobi.

Si può ora fare un salto a un anno dopo, a qualche mese fa, quando il presidente in carica Andrzej Duda, poco prima delle elezioni presidenziali, ha dichiarato che la sigla LGBTQ rappresenta un’ideologia e non delle persone. Molt*polacch* (a giudicare dal risultato delle elezioni) riponevano la propria fiducia nel leader di PO, Trzaskowski, perché, ogni tanto, fa una capatina al pride. Bisogna però ricordare che PO non è altro che un PD ancora più di destra e che lo stesso Trzaskowski è un fenomeno della risposta ambigua, come quando, alla domanda se credesse in dio, ha risposto che credeva nel dio di Spinoza. Inoltre, sembra che, proprio a un pride, l’illuminato Trzaskowski abbia chiesto a delle drag queen di spostarsi per non venire con lui nella foto. Alle elezioni, Trzaskowski ha poi preso quasi il 49 per cento dei voti. Biedroń, il candidato apertamente omosessuale di una coalizione apertamente di sinistra (Lewica, appunto, “Sinistra”), ha preso appena il 2,22 percento dei voti, venendo eliminato al primo turno. A vincere le elezioni, sebbene per un soffio, è stato comunque Duda, per il quale, se sei lesbica, gay, una persona trans, bisessuale, queer, non binaria, intersessuale o asessuale… beh, non sei una persona.

2) Supponiamo un mattino tu ti alzi e dica no

Questo è dunque il clima in cui vive una persona LGBTQAI+ in Polonia, nell’estate del 2020. Viene da almeno un anno di intense aggressioni, verbali e non, vive nell’incertezza e, sicuramente, non si sente sicura a mostrare il proprio amore in pubblico. A questo aggiungiamo questi ridicoli (e terribili) furgoncini e fermiamoci a parlarne un attimo. Perché qualcuno dovrebbe andare in giro gridando alla gente che l’educazione sessuale è pericolosa o che la maggior parte dei pedofili appartengono alla comunità LGBT+? La loro missione è diffondere il preoccupato appello dell’organizzazione Fundacja Pro. Secondo questa fondazione, la comunità LGBT è in realtà una lobby (!), l’obiettivo dell’educazione sessuale è risvegliare la sessualità nei bambini (!!) e gli omosessuali sarebbero responsabili di oltre il 40 per cento delle molestie sessuali sui bambini (!!!). Dicono anche altre stronzate (sono anche – ovviamente – contro l’aborto), che potete leggere sul loro sito (non metto nessun link, ma li trovate a stronazycia.pl – solo per gli stomaci più forti).

Ora, supponiamo che un mattino tu ti alzi e dica: “basta con le stronzate”. Che è, in fondo, la traduzione di Stop Bzdurom, il gruppo di attivisti nato in reazione proprio a Stop Pedofilii, il programma della succitata Fundacja Pro. “Basta con le stronzate” è quello che deve essersi detta Margot, l’attivista queer fondatrice di Stop Bzdurom, regolarmente insultata, demonizzata e misgenderata dai conservatori e, perché no, dalle brave persone.

Perché hanno arrestato Margot, dunque? Perché è accusata di aver fermato un furgoncino della Fundacja Pro, aver gettato a terra il conducente, aver tagliato gli pneumatici al furgoncino e averlo sprayato. Vandalismo? Mancanza di decoro? Illegalità? Certamente. Com’è illegale sprayare un monumento di Montanelli. Come sono illegali tante forme di protesta, senza che la loro illegalità le renda meno comprensibili, meno degne di supporto e approvazione.

Che abbia commesso questa azione, comunque, è ancora da verificare. Intanto, Margot è stata arrestata in attesa del processo e passerà in carcere un paio di mesi. Occorre qui rilevare l’estremità della soluzione. Di solito, si arrestano quelle persone che si identificano come pericolose per la società o che potrebbero fuggire dal paese e sottrarsi al processo. Margot non sembra corrispondere a queste caratteristiche, con buona pace del polso slogato dell’autista di Fundacja Pro.

Un’altra azione per cui Margot sarebbe perseguibile è un altro oltraggio al decoro, questa volta assolutamente non violento (niente polsi slogati, niente pneumatici stracciati). Avrebbe messo una bandiera arcobaleno su diversi monumenti di Varsavia, tra cui la sirena, simbolo della città, e una statua di gesù cristo. E avrebbe aggiunto un cartello in cui diceva, tra le altre cose, “fottetevi, ignoranti!”. Ora, rileggete la prima parte di questo pezzo se pensate che la difesa non sia proporzionata all’offesa.

3) Che fare?

Se pensate che le azioni di Stop Bzdurom meritino il vostro sostegno, se pensate che Margot e compagnia si meritino i migliori avvocati, potete donare i vostri soldi qui. Si può fare anche anonimamente ed è meglio che passare i prossimi cinque minuti lamentandosi di quanto è terribile il mondo in cui viviamo. Donare anche solo venti euro (come ho fatto io) è un modo di non essere indifferenti. Anche se non siamo Margot, perché non abbiamo vissuto quello che ha vissuto lei e non ci troviamo in carcere per aver reagito all’odio e all’ignoranza, possiamo essere dalla sua parte, l’unica parte che la storia non condannerà.

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