mi rendo conto che, a prima vista, la maggior parte dei post qui pubblicati sembrano suggerire un’idea di una polonia omotransfoba. La polonia però non è un blocco monolitico (come forse farebbe piacere pensare ai nazionalisti), e mi sembra sano dubitare sempre che esista “una polonia”. Posso essere polacco e femminista, polacco e ambientalista, anche se il mio governo pensa che esista un’ideologia LGBT+. Penso sia importante sottolineare, quindi, tutti gli elementi di resistenza (per questo ho parlato di Stop Bzdurom o del Queer Tour, o degli eventi organizzati da Extinction Rebellion) in un contesto certamente oppressivo (ma possiamo dire che la situazione in italia si migliore?).
Oggi, dall’Università di Cracovia, arriva in questo senso una buona notizia: grazie all’impegno dell’associazione studentesca TęczUJ, d’ora in poi sarà possibile, per le persone nonbinarie o transgender, essere chiamate con il nome scelto dalle stesse.