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Chiamami col mio nome, almeno all’università

mi rendo conto che, a prima vista, la maggior parte dei post qui pubblicati sembrano suggerire un’idea di una polonia omotransfoba. La polonia però non è un blocco monolitico (come forse farebbe piacere pensare ai nazionalisti), e mi sembra sano dubitare sempre che esista “una polonia”. Posso essere polacco e femminista, polacco e ambientalista, anche se il mio governo pensa che esista un’ideologia LGBT+. Penso sia importante sottolineare, quindi, tutti gli elementi di resistenza (per questo ho parlato di Stop Bzdurom o del Queer Tour, o degli eventi organizzati da Extinction Rebellion) in un contesto certamente oppressivo (ma possiamo dire che la situazione in italia si migliore?).

Oggi, dall’Università di Cracovia, arriva in questo senso una buona notizia: grazie all’impegno dell’associazione studentesca TęczUJ, d’ora in poi sarà possibile, per le persone nonbinarie o transgender, essere chiamate con il nome scelto dalle stesse.

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Ambiente

Maratona al carbone

Nonostante i problemi legati al coronavirus, la maratona di Varsavia si fa lo stesso. Secondo quanto dice polonia.travel, la maratona di Varsavia sarebbe, insieme a quella di Poznań, uno dei maggiori eventi sportivi polacchi. Peccato che sia sponsorizzata dalla PZU, una compagnia assicurativa filo-carbone.

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Ambiente

Scrittori, attori e scienziati per Extinction Rebellion e per il clima. (il post include anche delle api)

Ieri sono morto, per cinque minuti. Partecipavo a un die-in organizzato a Kinoteka, al Palazzo della Cultura, da Extinction Rebellion, il movimento non violento ecologista che, tra i suoi obiettivi, ha quello di spingere i governi a ridurre le emissioni di carbonio a zero entro il 2025. Ho seguito poi le persone di Extinction Rebellion a Jazdów, dove in una delle casette finlandesi stavano preparando gli eventi per oggi e domani.

Oggi, infatti, comincia Rebelia 2020.

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LGBTQIA+

Non sono come tu mi vuoi. A scuola di buone maniere con Jan Hartman

“Se gli omosessuali sono tutti pedofili, allora Giovanni Paolo II è il patrono della comunità LGBT+”. Ero nel bagno di Vegan Ramen Shop, quando ho letto questa scritta su un adesivo incollato alla parete. Si tratta di un adesivo di Stop Bzdurom, il collettivo di cui fa parte Margot, l’attivista accusata di aver vandalizzato un furgoncino omofobo e, per realizzare questo atto di disobbedienza civile, di aver gettato a terra il suo conducente.

Appena tornata in libertà dopo un arresto preventivo immotivato, Margot ha salutato tutti postando un dito medio. La pagina di Stop Bzdurom ha scritto una cosa più o meno traducibile così: “Polonia, a cojona, smettila di arrestarmi Margot”. Questo stile comunicativo sembra irritare qualcuno, come il filosofo e articolista polacco Jan Hartman.