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Il mare d’autunno. Diario dalle proteste polacche

Avrei voluto fare il bravo e andare a tutte le manifestazioni possibili. Avrei voluto fare il bravo e scriverne ogni settimana, pubblicando a cadenza regolare, per dare un’idea di quello che succede e di come le cose si trasformano di protesta in protesta, di slogan in slogan, in strada, in piazza e fuori dalle caserme. Volevo chiamare il primo pezzo, quello che qui è sotto il titoletto “30 ottobre, venerdì” “Il mare d’autunno”, perché vedendo le foto dall’alto che sono circolate su internet qualche giorno dopo, quello mi sembrava che fossimo. E invece la mia indisciplina mi porta a mettere tutto insieme, fare un diariocollage con pezzetti presi di qua e di là, e tutto in ritardo. Questo pezzo si ferma una settimana fa. Lunedì abbiamo protestato e oggi, sabato, si protesterà ancora, e un po’ anche si festeggerà, dato che è il centoduesimo anniversario dell’ottenimento del diritto di voto da parte delle donne polacche. Forse si vede molto quanto i problemi mi sembrassero altri un mese fa (quando mi preoccupavo della banalità dei nostri cori, mentre oggi mi preoccupo della brutalità della polizia). Spero di scrivere della settimana passata (da lunedì 23 a stasera) domani, se per qualche motivo la polizia non mi ferma oggi (vorrei aggiungere un lol, perché non è poi così facile, ma non è neanche così impossibile. La scaramanzia consiglia di lollare o non lollare?).