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“Uh, è la rivoluzione” Ricordi delle proteste polacche (ma anche tanta roba che vi farà incazzare)

Questa intervista l’ho fatta in due giorni, tra il 30 maggio e il 31 maggio. La persona intervistata è quella che io definirei un’attivista, avendo partecipato a proteste e azioni e avendo avuto ruoli organizzativi in alcune di esse. È, ovviamente, anche molto di più: una persona non-binaria, una persona bisessuale, una persona anarchica e, forse suo malgrado, un* cittadin* polacc*. Buona lettura.

Volevo prima chiederti di presentarti. Ovviamente non mi interessa minimamente il tuo nome e il tuo cognome.

Sono nata nei primi anni Novanta nella Polonia del Sud-est da genitori di classe proletaria. Ho fatto la mia piccola carrierina, mi sono trasferita a Varsavia, ho fatto l’università qua.

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“Il pericolo era la polizia”. Un’italiana alle proteste varsaviane

Ho chiacchierato con un’italiana che vive a Varsavia e ha partecipato alle proteste. Alle mie domande ingenue e pagliacce ha risposto con molta pazienza.

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Due parole con Babcia Kasia

Domenica scorsa, alla manifestazione di solidarietà per le persone fermate dalla polizia in via Krucza, per due minuti ho vinto la mia timidezza e la mia cronica paura di disturbare e ho chiesto a Babcia Kasia se era disponibile a farsi intervistare per un semisconosciuto blog in italiano. Ci siamo scambiatǝ i contatti e abbiamo trovato l’occasione dopo una settimana, ieri, prima della manifestazione contro la violenza della polizia (di cui ho scritto qualcosa qui) in via Nowolipie. Ci siamo datǝ appuntamento poco meno di un’ora prima dell’evento, verso l’una. Il primo pomeriggio fresco ma assolato, l’azzurro del cielo e il canto degli uccellini stavano lenendo il mio nervosismo quando, arrivato davanti alla sede della polizia, ho visto che il posto era circondato da poliziotti. Così ho fatto due passi e ho scritto a Kasia, proponendole di vederci dalle panchine fuori dal cinema Muranów, qualche metro più in là. Dopo cinque minuti di attesa, guardando verso i poliziotti ho scorto una persona minuta venire verso di me con passo deciso, e man mano che si avvicinava, ho riconosciuto la cuffia nera solcata dal fulmine rosso simbolo dello Strajk Kobiet e una mascherina con gli stessi colori. Ci siamo salutatǝ, l’ho ringraziata e le ho chiesto se preferisse il lei o il tu (mi avrebbe lo stesso corretto un sacco di volte durante l’intervista, aggiungendo una “sz” alla fine dei miei verbi, reindirizzandomi dalla terza alla seconda persona). L’idea di fare l’intervista quasi un’ora prima dell’evento e a una certa distanza dal luogo stesso era quella di avere un minimo di privacy. Purtroppo la privacy è durata poco, perché avevo appena azionato il registratore e cominciato con la prima domanda, quando un poliziotto è venuto da noi e ci ha interrottǝ:

(Poliziotto) Buongiorno.

(Babcia Kasia) Buongiorno.

(P) Buongiorno signora Kasia, qui *****.

(BK) Il mio meno preferito, ultimamente… e perché viene qui da me?

(P) Per capire se la signora è interessata all’assembramento di oggi.

(BK) Come vede, mi sono data appuntamento con un amico.

(P) Non siete, signori, interessati all’evento di oggi?

(BK) Ah, non abbiamo il diritto ad essere interessati? Ce l’abbiamo.

(P) Io per gentilezza sono venuto qui… a presentarmi… che sono qui.

(BK) Capisco… capisco… ma davvero Lei chiede ad ogni persona se è interessata all’evento?

(P) No, ma so che la signora partecipa sempre a questi assembramenti… quindi sono venuto.

(BK) Allora, signor ****, le dico: sono interessata.

(P) Bene, allora solo una richiesta e cioè… noi stiamo lì e se potete, signori, stare su questo marciapiede, assembrarvi qui.

(BK) Ma, signore, lei vede che non c’è…

(P) Eh, non c’è l’organizzatrice.

(P) Non c’è l’organizzatrice quindi… lo dico a voi.

(BK) Io sono qui ora come privata cittadina.

(P) Ora come privata cittadina, ok… non vi disturbo… siamo a vostra disposizione. (se ne va)

(BK) (scoppia a ridere) grazie, davvero, vi ringrazio… non abbiamo bisogno di voi.

(io): ok, surreale.

(BK) Con **** ci conosciamo da tanti anni che… ma cominciamo con le domande…