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Diario di una rivolta indecorosa

Portare uno striscione ti permette/costringe ad avanzare regolarmente e sentire bene il ritmo della manifestazione; la sfortuna è che avendo le mani occupate puoi prendere appunti soltanto mentali. Così molto mi è sfuggito e io stesso sono sfuggito a molto: per esempio: non sono stato pestato, una macchina non mi ha quasi investito cercando di sfondare il blocco e un nazista non mi ha strappato una bomboletta spray dalle mani. Sono successe anche cose belle, come cantare Bella ciao davanti ai nazionalisti o vedere dei bambini manifestare con noi (e i bambini nemmeno mi piacciono). Un giorno, quando saremo più tranquillǝ, metterò tutto al passato prossimo.

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Cosa chiede chi protesta in Polonia?

Nel pomeriggio di ieri, in una conferenza stampa di Ogólnopolski Strajk Kobiet, Marta Lempart ha comunicato le richieste, scelte tra “le proposte della gente che dallo scorso giovedì protestano in difesa dello stato di diritto, in difesa dei diritti umani e contro il governo”. Eccole (fonte: OKO.press):

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Dimmi per cosa t’incazzi e ti dirò chi sei

Se abitassi a Torino, domani andrei alla manifestazione dall’incantevole titolo “FROCIZZIAMO IL CONSOLATO POLACCO!”, organizzata da Free-k Pride, alle 16:00 in Piazza Giosué Carducci.

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Chiamami col mio nome, almeno all’università

mi rendo conto che, a prima vista, la maggior parte dei post qui pubblicati sembrano suggerire un’idea di una polonia omotransfoba. La polonia però non è un blocco monolitico (come forse farebbe piacere pensare ai nazionalisti), e mi sembra sano dubitare sempre che esista “una polonia”. Posso essere polacco e femminista, polacco e ambientalista, anche se il mio governo pensa che esista un’ideologia LGBT+. Penso sia importante sottolineare, quindi, tutti gli elementi di resistenza (per questo ho parlato di Stop Bzdurom o del Queer Tour, o degli eventi organizzati da Extinction Rebellion) in un contesto certamente oppressivo (ma possiamo dire che la situazione in italia si migliore?).

Oggi, dall’Università di Cracovia, arriva in questo senso una buona notizia: grazie all’impegno dell’associazione studentesca TęczUJ, d’ora in poi sarà possibile, per le persone nonbinarie o transgender, essere chiamate con il nome scelto dalle stesse.

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Non sono come tu mi vuoi. A scuola di buone maniere con Jan Hartman

“Se gli omosessuali sono tutti pedofili, allora Giovanni Paolo II è il patrono della comunità LGBT+”. Ero nel bagno di Vegan Ramen Shop, quando ho letto questa scritta su un adesivo incollato alla parete. Si tratta di un adesivo di Stop Bzdurom, il collettivo di cui fa parte Margot, l’attivista accusata di aver vandalizzato un furgoncino omofobo e, per realizzare questo atto di disobbedienza civile, di aver gettato a terra il suo conducente.

Appena tornata in libertà dopo un arresto preventivo immotivato, Margot ha salutato tutti postando un dito medio. La pagina di Stop Bzdurom ha scritto una cosa più o meno traducibile così: “Polonia, a cojona, smettila di arrestarmi Margot”. Questo stile comunicativo sembra irritare qualcuno, come il filosofo e articolista polacco Jan Hartman.

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Bentornata, Margot!

Margot è di nuovo libera. La notizia è stata data una decina di ore fa, la sera del 28 agosto, da Kampania Przeciw Homofobii, che scrive così sulla propria pagina di facebook:

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Chi libera le zone “libere”?

0. chi ha paura di zbigniew ziobro?

Tenetevi a mente il nome di Zbigniew Ziobro perché sentirete parlare ancora di lui. Negli ultimi trenta giorni, solo OKO.press gli ha dedicato ben 12 articoli. Ziobro è l’attuale Ministro della Giustizia in Polonia e ha fatto scalpore per aver dichiarato che la Convenzione di Istanbul contro la violenza potrebbe aumentare la violenza (articolo del 25 luglio) e, più recentemente, per aver premiato i cosiddetti comuni “liberi da LGBT” con un finanziamento pari a un quarto di un milione di złoty, dopo che questi si erano visti lasciati fuori da un progetto UE proprio a causa delle amministrazioni omofobe.

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Oggi pomeriggio, alle 16:00, a Krakowskie Przedmieście

***pre-manifestazione***

Sotto il cancello dell’Università di Varsavia, su Krakowskie Przedmieście, a pochi passi da dove le forze dell’ordine hanno arrestato Margot, insieme a manifestanti e malcalpitati passanti, oggi pomeriggio saranno i nazionalisti a protestare.

“A protestare per cosa?”, è lecito chiedersi. Si direbbe che i nazionalisti siano gli ultimi a sentire la necessità di alzare la voce in questo paese.

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Je suis Margot? No, ma ognuno può aiutare

Che cosa è successo a Varsavia negli ultimi giorni? La risposta breve è: le forze dell’ordine hanno arrestato un’attivista LGBTQAI+ (Margot) e le persone che hanno protestato contro tale arresto, nonché un italiano che passava di lì – motivo, quest’ultimo, per cui la notizia è arrivata anche in Italia.

La risposta lunga è l’articolo che forse state per leggere.