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Azione di XR Polska davanti al Sejm

Ieri, in un giorno un po’ troppo caldo per essere febbraio a Varsavia, attivist* di Extinction Rebellion hanno fatto una performance davanti alla sede del Parlamento.

Nel sole e nell’aria da primavera prematura, una trentina di persone si sono presentate davanti al Sejm, che da qualche mese è circondato da barriere come quelle che, di solito, si vedono ai concerti per dividere la folla dalle band. A differenza delle proteste recenti, questa performance era completamente silenziosa. I/le partecipant*, vestit* completamente di nero, si sono avvicinat* alle barriere e hanno lasciato dei nastri riportanti scritte che chiamerei “antipensierini”, cose come “ho paura che mancherà l’acqua”, “vorrei che i miei genitori potessero godersi la vecchiaia”. Un’attivista ha poi scritto “czas na bunt” (è ora di ribellarsi) sulle schiene delle altre partecipanti.

Extinction Rebellion (da qui in poi XR, come lo chiamano loro, se no che palle) ha agito in seguito alla scadenza di un ultimatum. Il 24 novembre, infatti, in quanto parte del Consiglio dello Strajk Kobiet (formatosi dal basso a partire dalle forze presenti alle proteste autunnali), XR ha dato un ultimatum al governo polacco: tre mesi di tempo per cominciare ad organizzare un’assemblea cittadina per fare fronte all’emergenza climatica.

Ovviamente (è triste dover cominciare questa frase con questo avverbio) il governo se ne è sbattuto di queste richieste. E così ieri XR ha agito, sempre secondo i suoi dettami di non-violenza assoluta (è inclusa la non-violenza verbale, tant’è che anche quando prendono parte alle manifestazioni più grandi, le/gli attivist* di xr non dicono mai cose tipo “jebać PiS”).

La polizia, però, ha comunque trovato modo di dimostrare la propria irresistibile sgradevolezza. I poliziotti, infatti, hanno circondato quest* ragazzin* e, non potendol* accusare di assembramento (il distanziamento era rispettato) o di disturbo della quiete pubblica (la protesta era silenziosa), hanno optato per “vandalismo”. Delle persone bloccate (non “fermate”, ma “bloccate” fisicamente), la maggior parte è tornata a casa senza problemi, ma due persone che rifiutavano di fornire i propri documenti (perché qualcun* dovrebbe fornire i propri documenti per aver lasciato qualche nastro colorato per terra?) hanno dovuto attendere l’intervento di due parlamentari, Daria Gosek-Popiołek e Klaudia Jachira, che hanno garantito per le persone fermate.

Finita la performance (e la conferenza stampa), non è finita l’attenzione della polizia. Come mi informa un attivista di XR che, forse contro la sua volontà, preferisco mantenere anonimo, la sera le forze dell’ordine™ hanno continuato a difendere il decoro cittadino: avendo trovato una squadra di attivist* intenta a incollare manifesti ambientalisti, la polizia ha proceduto perquisendo la loro auto e confiscando materiali pericolosissimi quali: i manifesti e la colla ecologica (praticamente fecola e acqua).

Un estratto da “La buona educazione degli oppressi” pubblicato proprio ieri da Wolf Bukowski sul suo account telegram mi suona come il commento perfetto per questo genere di cose:

“(…) per blandire la classe media (che decide l’esito delle elezioni) non è conveniente impiegare risorse per perseguire crimini complessi, ma è più efficace utilizzarle per colpire il “disordine”, cioè illeciti piccolissimi o persino inventati ad hoc, migliorando così la percezione, e la propensione elettorale, dei residenti.”

Bukowski parla di “crimini complessi” e io mi chiedo: potremmo inserire in questa categoria l’avvelenamento dell’aria? Non è un crimine contro l’umanità tutta? E, negli illeciti piccolissimi, non potrebbero starci il “vandalismo” di lasciare, silenziosamente, qualche nastro vicino al parlamento e appendere qualche manifesto con una colla di fecola di patate? La risposta all’ultima domanda, purtroppo per il mio desiderio di parallelismi, è no: se un nastro per terra è un illecito, a carnevale ci vuole l’antisommossa (sbirro che mi leggi, mio ipocrita e forse unico lettore, no, non dico sul serio!).