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Attivistə di Extinction Rebellion fermatə a Cracovia

Secondo quanto riporta Gazeta Wyborcza, cinque attivistə di Extinction Rebellion sarebbero statə fermatə a Cracovia giovedì mattina, prima delle sei.

Le persone fermate si trovavano vicino al Castello del Wawel e, secondo quanto ha dichiarato Błażej Miernikiewicz, un membro di Extinction Rebellion, avevano con sè delle bombolette contenenti colori non resistenti all’acqua e un template per scrivere “Fermiamo la catastrofe climatica”.

Secondo quanto scrive Angelika Pitoń su Wyborcza, fonti non ufficiali suggerirebbero che le/gli attivistə siano accusatə di tentativo di distruzione di monumento di primo grado (“usiłowanie zniszczenia zabytku pierwszego stopnia”). A quanto leggo, questo è punibile con il carcere.

Nell’articolo di Wyborcza si riporta sia l’opinione di Monika Bogdanowska, conservatrice (sia di monumenti che politicamente) che ha affermato “forse 48 ore di arresto (non è arresto fino a 48 ore, ma ok) darà ai vandali tempo per meditare”. A questo ha risposto Daria Gosek-Popiołek di Lewica, lamentando il fatto che gli avvocati non siano stati fatti entrare subito ad assistere le persone fermate e aggiungendo: “mi piacerebbe che la polizia fosse tanto solerte quando si tratta di tutte le altre manifestazioni di vandalismo di cui brulica la città”.

Invece di condannare il vandalismo (ma leggetevi Wolf Bukowski), vandalismo da niente tra l’altro, considerando che i colori con cui probabilmente volevano “scrivere” sul castello sarebbero venuti via alla prima pioggia, ci sarebbe da interrogarsi sull’emergenza climatica. Per restare in ambito museale e cracoviano: la domanda su cui riflettere non è nemmeno se la dama con l’ermellino avrà ancora senso quando non esisteranno più gli ermellini. La domanda da farsi è: la dama con l’ermellino sarà ancora bella quando non ci sarà più nessuno a guardarla?