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La polizia fa autogol e l’arbitro convalida. Babcia Kasia assolta

Poco dopo le due di pomeriggio arriva la buona notizia: Babcia Kasia è stata assolta dall’accusa di aver offeso e colpito dei poliziotti.

Babcia Kasia era stata fermata il 21 aprile a una protesta in difesa del giudice Igor Tuleya.

Dalla prima udienza, relazionata da OKO.press, già sembrava che le forzedellordine™ si stessero arrampicando sugli specchi. Non riuscivano a trovare nel video il momento in cui sarebbero stati menati (figuriamoci), e nemmeno quello in cui sarebbero stati offesi, se non quando la Babcia diceva “levami quelle zampacce di dosso, idiota” (la parola usata in polacco è dureń, tradotta da wiktionary come dimwit, dummy, moron). Ottimismo mi veniva anche dalle domande stesse della giudice, la quale non sembrava avere alcun problema a fare domande che potessero mettere in difficoltà i poliziotti.

Fuori dal tribunale, all’angolo tra Żurawia e Parkingowa, dalle 10:30 di questa mattina si era radunata una piccola folla di poco meno di trenta persone. Erano lì per sostenere Babcia Kasia. Tra queste il giornalista Włodek Ciejka, altrə giornalistə, alcunə attivistə di Homokomando come Linus Lewandowski, attivistə di Polskie Babcie (letteralmente “nonne polacche”) e molte persone che ad occhio sembravano in età liceale. C’erano anche i/le volontari/e di Protestea, un’organizzazione che si occupa di offrire tè a chi protesta. La loro presenza è significativa, considerando che a una recente manifestazione i poliziotti hanno rotto un dito ad una loro volontaria

La manifestazione di oggi, però, è stata molto tranquilla. Quando Babcia Kasia è uscita dal tribunale per la pausa, tra mezzogiorno e l’una, sembrava serena, appena un po’ stanca. Ha risposto alle domande dei giornalisti, ha chiacchierato con le sue compagne e i suoi compagni di lotta. Vedere le persone che la sostenevano mi ha ricordato di quanto queste proteste siano intergenerazionali: si spaziava dalla vecchietta con il bastone al ragazzino con lo skate. Un paio di volte è passato un motorino con canzoni come “Jebać PiS” o il rifacimento di “Ballada o Janku Wiśniewskim” con il nuovo testo antipolizia. Poi, alle 14.15, un’ora dopo che Babcia Kasia era rientrata in aula, è arrivato il verdetto del giudice: Babcia Kasia è prosciolta.

Nella sua spiegazione, riassunta da un’attivista del collettivo antirepressione SZPILA (è il numero dei loro avvocati che mi sono scritto sul braccio ogni volta che sono andato a manifestare), la giudice non risparmia stoccate ai poliziotti. Ecco una traduzione (veloce, senza pretese) del post di Marta Puczyńska:

“Giustificando il proprio verdetto la giudice redarguisce i poliziotti, facendo riferimento alla libertà di assembramento garantita dalla costituzione e dal diritto internazionale. Analizza il comportamento dei manifestanti – pacifico, in accordo con la legge. Garantire la possibilità di protestare è uno dei ruoli degli organi statali. Non riconosce alle azioni della polizia fondamento legale. La polizia non dovrebbe prendere i dati in questi casi; l’imputata, in questo caso, non avrebbe nemmeno dovuto fornire le proprie generalità, dato che non ha commesso né crimini né infrazioni. I poliziotti hanno preso misure non adeguate, che violano la dignità dell’essere umano. Ciò non trova alcuna giustificazione, le azioni andavano eseguite in maniera umanitaria. Il tribunale non trova nessuna giustificazione per questo tipo di comportamento.

La parola di cui si è servita l’imputata, “dureń” (“idiota, stupido”, ndt), indica una persona che eseguisce azioni senza riflettere. Il comportamento dei poliziotti testimonia che hanno agito esattamente in questo modo (sbam!, ndt). Si tratta di una parola offensiva, ma pronunciata in simili circostanze non ha violato la norma.

La legge è stata violata dai poliziotti che hanno trattato con troppo poco riguardo i manifestanti e il motivo della protesta. Dovrebbero fare i conti con il fatto che eseguendo ordini che violano la legge, potrebbero doverne pagare le conseguenze.

Il materiale delle prove non indica che l’imputata abbia commesso le azioni di cui è stata accusata.”

E ancora sbam! Insomma, i poliziotti si sono presi il disturbo di portare Babcia Kasia in tribunale, affinché un giudice potesse finalmente dire loro quello che pensiamo tutt*: smettetela di fare i bulletti!