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Storia della madonna infame (seconda parte)

Verso le dieci di stamattina è arrivata la decisione del tribunale: le attiviste Elżbieta, Anna e Joanna sono state scagionate dall’accusa di offesa dei sentimenti religiosi (lol).

Il tribunale ha riconosciuto che i colori dell’arcobaleno non sono offensivi e averli quindi inseriti nell’aureola della madonna non può essere considerato, a sua volta, un gesto offensivo.

Come riporta Joanna Podgórska su Polityka, nella motivazione del tribunale, è sottolineato come il gesto non volesse mancare di rispetto alle persone credenti, quanto invece configurarsi come un atto di solidarietà nei confronti delle persone LGBTQAI+. Pur considerando il carattere provocatorio dell’azione, l’intenzione era difendere le persone discriminate e non offendere i cattolici.

Sempre nell’articolo di Podgórska, infatti, si ricorda come l’affissione di questi manifesti in cui la madonna compariva su un’aureola arcobaleno era stata una reazione a una sorta d’installazione del parroco locale (parliamo della città di Płock) nella quale venivano rappresentati diversi peccati della società odierna e, tra “egoismo” e “odio”, comparivano anche le persone LGBTQAI+ e il temibile gender.

La sentenza del Tribunale è un piccolo ma importante segno d’indipendenza in un paese che da qualche anno è scivolato sempre più velocemente verso il fondamentalismo religioso.